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L’appello dei vertici piacentini di Cgil, Cisl e Uil: "La Commissione provinciale anti crisi si deve dare una mossa, se gli ammortizzatori sociali finiscono rischio disoccupazione strutturale"
Un momento della conferenza stampa
Conferenza stampa
un momento della conferenza stampa
"E’ una sintesi unitaria tesa a rilanciare un tavolo che non ha fatto tutto ciò che poteva fare". Nasce da questa considerazione il documento che le organizzazioni sindacali piacentine, unitariamente, porteranno alla prossima riunione della Commissione Provinciale Anti Crisi. "Chiediamo con forza una maggiore attività del tavolo perché negli unici due incontri l’atteggiamento degli attori istituzionali presenti è stato tiepido, è passato - proseguono i confederali - un messaggio secondo il quale ’è troppo difficile fare qualcosa a livello territoriale’. Invece - hanno spiegato ieri i vertici di Cgil, Cisl e Uil - sono tante le leve che possiamo muovere per dare una nuova forza propulsiva a questa cabina di regia".
Il documento (che trovate qui sotto o in allegato in fondo al testo) pone l’accento su un grave rischio disoccupazione dietro l’angolo.
"E’ vero che i dati sulla disuccupazione, ora come ora, sono migliori rispetto a molte altre realtà europee colpiti dallo tsunami della crisi, ma stiamo ancora aspettando il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali: se ciò non avvenisse, come ha detto il Cnel in un recente studio, assisteremmo allo scoppio di una disoccupazione strutturale".  
Tecnopoli e Reti di imprese per lo sviluppo, nuove competenze dei centro per l’impiego provinciale, contratti di lavoro a tempo indeterminato e "clausola sociale" per le nuove aziende che assumono a Piacenza sono alcuni altri punti qualificanti del documento che verrà portato al Tavolo provinciale anti crisi. 
Uff. stampa Cgil Piacenza




CONTRIBUTO DELLE OO.SS. CGIL – CISL – UIL
PER LA COMMISSIONE ANTI CRISI

Premessa
Le conseguenze negative della crisi sul mercato del lavoro non sono ancora tutte esaurite e continueranno a condizionare le dinamiche economiche anche per il 2011, in particolare quale effetto del ritardo con cui il mercato del lavoro reagisce normalmente al ciclo economico, tanto più in una fase, come quella attuale, in cui l’uscita dalla crisi anche sul piano economico si rivela lenta e ancora molto fragile. Tutti i dati contenuti anche nel recente rapporto del CNEL mostrano come il rischio che si venga a determinare un elevato livello di disoccupazione strutturale sia alto.
Negli ultimi due anni nel nostro territorio ha prevalso da parte delle OO.SS. Confederali l’obiettivo di evitare il distacco fra il lavoratore e il posto di lavoro, nell’intento di prevenire uscite definitive, preludio all’ingresso alla disoccupazione di lungo periodo, ma i tempi e la velocità della ripresa non appaiono sufficienti per determinare un rapido riassorbimento degli occupati espulsi, particolarmente nell’industria. Tale circostanza impone l’attivazione di politiche che sappiano limitare le conseguenze sociali della crisi, da un lato prevedendo ancora tutte le azioni di sostegno ai lavoratori che hanno perso il lavoro (sostegno al reddito, ammortizzatori sociali, politiche attive), dall’altro lato rendendo concrete e rapide azioni di sviluppo e sostegno alle attività produttive per promuovere una ripresa territoriale riattivando dinamiche positive di produzione e di posti di lavoro.
Pur nella consapevolezza che sono necessarie in primis scelte di politica nazionale e regionale e che la possibilità di intervento degli enti locali territoriali sono limitate e fortemente condizionate dalla esiguità e dall’incertezza delle risorse economiche disponibili, è necessario non lasciare nulla di intentato, anche da parte degli attori locali, per contenere gli effetti della crisi avviando rapidamente azioni di lungo respiro di uscita e sviluppo: ciò che si rivendica è il principio che gli strati sociali bassi e quelli colpiti dalla crisi debbano assolutamente essere esentati da ulteriori tagli nel territorio di appartenenza, anche attraverso l’attivazione di un vero e proprio federalismo solidale.

In particolare si propone:
Accordi di sostegno al reddito delle famiglie/Bandi dei vari Comuni:
è stato prodotto un buon risultato con la predisposizione di due Bandi da parte del Distretto di Piacenza e di un bando per ciascuno dei Distretti di Ponente e Levante oltre che misure attuate da diversi Comuni attraverso la costituzione di Fondi Disagio Sociale rivolti alle famiglie in cui c’è la presenza di lavoratori in mobilità/CIG, e in difficoltà a causa della crisi.
Si propone che la Provincia si attivi in funzione di cabina di regia e di monitoraggio al fine di coordinare e far conoscere i diversi interventi, senza esclusione di alcuno, nel rispetto della pluralità degli interventi, per evitare da un lato i facili rischi di duplicazione e dall’altro di escludere soggetti in stato di bisogno.
Il ruolo della Regione Emilia Romagna attraverso il contributo straordinario, determinato dalla PGR 1223/09, è stato decisivo e dovrebbe essere reso disponibile anche nel prossimo anno.
Ulteriore criticità è rappresentata dalle limitate risorse a disposizione, che non sono sufficienti a sopperire i bisogni rischiando di subire riduzioni anche a seguito degli interventi previsti dalla manovra Finanziaria. A questo proposito è indispensabile prevedere un maggiore e concreto coinvolgimento delle Fondazioni e degli Istituti Bancari attraverso l’apertura di tavoli istituzionali con l’Amministrazione Provinciale e i principali Comuni della provincia.

Mercato del Lavoro / Formazione:
Il protocollo firmato il 13.03.09 necessita di una sua rivisitazione, alla luce delle osservazioni prodotte dal Sindacato e accolte in parte nella stesura del nuovo PTCP.
A questo scopo, e al fine di ridurre i livelli di precarietà oggi esistenti, riteniamo indispensabile confermare la scelta di qualità delle politiche attive , che devono essere sempre più specializzate e coerenti con i reali bisogni dell’economia territoriale: bisogna quindi porsi l’obiettivo che anche questo strumento possa servire a rilanciare la qualità dell’occupazione e del lavoro nei nostri territori. A questo proposito si richiede l’attivazione immediata del tavolo di confronto per esaminare e valutare gli effetti dell’applicazione dell ’intesa dello scorso 27 luglio tra il Ministero del Lavoro l’UPI (Unione Province Italiane) finalizzata al potenziamento e alla valorizzazione dei Centri per l’Impiego.
L’intesa ha come obiettivo principale quello di attivare tutte le sinergie possibili per contrastare attivamente gli effetti dell’attuale crisi economica sull’occupazione, valorizzando ed ampliando, sia nel numero sia nella qualità, i servizi che i CPI offrono sul territorio, anche perché questa prevede l’introduzione di nuove attività con un impegno considerevole in termini di erogazione, attuazione, promozione di pratiche, di procedure e di certificazioni. Diverse le azioni previste: dall’accesso ai Centri per l’Impiego alle Banche amministrative ( Inps, Comunicazioni obbligatorie ecc. ) , all’istituzione di una “Cabina di regia” per il monitoraggio, la valutazione e la verifica dei servizi per l’impiego; dalla costituzione degli osservatori provinciali sui fabbisogni di competenze e di figure professionali dei sistemi produttivi locali, agli interventi per migliorare la qualità delle politiche attive rivolte alle persone immigrate.
Vista la delicatezza e l’importanza di queste nuove funzioni riteniamo utile che siano attivati al più presto i tavoli di confronto, con i competenti assessorati, necessari per la implementazione e la gestione di queste nuove attività dei CPI.
In questo contesto uno dei più forti elementi di criticità è quello legato ai giovani in cerca di prima occupazione che più degli altri sta risentendo della crisi nel mercato del lavoro. Si è fortemente ridotta la consistenza del fisiologico ricambio della manodopera occupata e la mobilità dei lavoratori e con esse si sono ridotte le assunzioni di coloro che la per la prima volta devono entrare nel mondo del lavoro. L’impossibilità dei neo laureati e neo diplomati di trovare uno sbocco lavorativo può diventare il vero “dramma” sociale dei prossimi anni. Deve essere compiuto da parte della Provincia il massimo sforzo in termini organizzativi e di allocazione delle risorse per l’incontro domanda – offerta e per forme di formazione e apprendistato rivolte ai giovani.
Altra criticità sta emergendo per le figure con alta scolarità che sono progressivamente espulse dal mondo del lavoro a seguito delle riforme che hanno interessato il settore pubblico e in particolare la pubblica istruzione. Questi lavoratori, molti dei quali non hanno alcun accesso agli ammortizzatori sociali, necessitano di forme di riqualificazione e di formazione che consenta loro di essere reinseriti nel mondo del lavoro. Pertanto anche per loro la Provincia deve intervenire con sforzi organizzativi.

Ammortizzatori sociali:
Il sistema degli ammortizzatori, soprattutto in deroga, ha permesso al nostro territorio una gestione delle crisi aziendali che ha ridotto le conseguenze occupazionali: è però difficile in questo momento quantificare l’andamento della spesa nei primi mesi del 2010 e, quindi, conoscere l’entità delle risorse rimanenti da qui al 31.12. Esiste il rischio che gli stanziamenti previsti non siano sufficienti.
Inoltre, diventa assolutamente urgente lavorare per garantire le proroghe a quanto previsto dalla Legge 2/09, garantendo un rifinanziamento per il biennio 2011-2012 degli strumenti in deroga, alla luce del fatto che la crisi economica e i suoi effetti sull’economia reale sono ben lontani dall’essere risolti ed anzi stanno probabilmente toccando, nel nostro territorio, le punte massime e non si notano particolari segnali di inversioni di tendenza a breve e medio termine.
Infine, sarebbe opportuno ribadire in tutte le sedi la necessità di provvedere urgentemente ad una riforma complessiva degli ammortizzatori, che preveda la generalizzazione dei trattamenti a tutti i lavoratori, includendo anche i più giovani e i precari, nonché l’allungamento della loro durata.
Si propone che il tavolo anticrisi istituito approvi un documento di sollecito da inviare al Governo affinché sia trovata la copertura economica per rifinanziare gli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga anche per il 2011/12, in coerenza con il Documento approvato il 19/7/2010 in Regione Emilia R. dal “ Tavolo Istituzionale del Patto per attraversare la crisi” in cui viene chiesta la conferma delle condizioni nazionali e regionali che consentano alle imprese e ai lavoratori di ricorrere alle misure di Cassa Integrazione Ordinaria, Straordinaria e in Deroga.
Nel rapporto con gli Istituti Bancari occorre rimarcare come l’applicazione dell’accordo per l’anticipo dei trattamenti di CIG stia registrando notevoli difficoltà: in particolare per una mancata conoscenza da parte degli operatori bancari, richieste di garanzie e di costi non previsti nel protocollo siglato, condizioni differenziate anche tra filiali delle stesse banche stanno causando problematiche molto serie ai lavoratori interessati all’anticipo.
Un aggiornamento del tavolo di confronto alla presenza dei firmatari dell’intesa potrà essere uno strumento utile a superare queste difficoltà.
Il Tavolo Provinciale Anticrisi dovrebbe farsi promotore, sulla base di quanto definito in questi giorni a Reggio Emilia R., di una Intesa con IREN ( ex Enìa ) per la rateizzazione delle Bollette, con sospensione degli interessi di mora, delle fatture relative ai servizi gas, energia elettrica, servizio idrico e rifiuti per sostenere i nuclei famigliari in cui sono previsti lavoratori colpiti dalla crisi; analoga iniziativa andrebbe sviluppata con Enel gas, in relazioni ai problemi determinati, anche in questi giorni, dalla lunghezza dei periodi di emissione delle fatture attraverso bollette contenenti numerosi casi di errori grossolani.

Clausole sociali / Qualità occupazionale;
Come già annunciato all’Assessora alle Attività Produttive in sede di confronto sul PTCP, occorre prevedere per il Terziario (e per altri settori eventualmente in grado di prevedere qualche sviluppo nel breve periodo) una sorta di clausola sociale, che vincoli le imprese in arrivo nel territorio all’assunzione di lavoratori espulsi da altre aziende nel settore.
Questo può avvenire attraverso percorsi di programmazione con la costante presenza delle OO.SS. e delle Associazioni Datoriali nonché delle Amministrazioni interessate, oltre a quanto già previsto in materia dalle Conferenze di Servizio, mettano in relazione i temi degli insediamenti e degli orari complessivi di funzionamento delle città e dei servizi presenti, a quello del mantenimento dei livelli occupazionali e della loro qualità.
La lotta alla precarietà infatti, intesa non solo come tipologia di contratto ma come vera e propria condizione di vita, passa anche attraverso la riproposizione del contratto a tempo indeterminato come forma principale e prevalente di assunzione, alla quale la clausola sociale ipotizzata deve guardare con determinatezza.
A questo fine occorre individuare tutti gli strumenti utili a livello territoriale per prevedere agevolazioni per le assunzioni con questa caratteristica, esplorando ogni possibile forma di finanziamento esistente a questo scopo.

Regolarità / Appalti;
Il tema della regolarità del lavoro nella nostra provincia rappresenta uno dei punti centrali su cui le Istituzioni tutte devono attivarsi, in considerazione del fatto che la crisi economica ha favorito fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nel mondo degli appalti (aggiudicati con il solo criterio del massimo ribasso) determinando condizioni insopportabili e penalizzanti per i lavoratori nonché scarsa qualità nelle opere e nei servizi erogati.
Occorre accelerare i tempi per la costituzione degli Osservatori Provinciali sugli Appalti, prendendo a riferimento esperienze già esistenti nelle altre province della nostra Regione ed in alcuni settori, come la Cooperazione Sociale, dove già esistono strumenti utili anche nella nostra realtà.
Questi Osservatori, che potrebbero essere costituiti di concerto con la Direzione Provinciale del Lavoro con il compito di vigilare sulla regolarità delle gare di appalto stipulate, dovrebbero stabilire anche i criteri da utilizzare per la preparazione delle gare stesse; la definizione di tabelle salariali di riferimento, sarebbero della massima efficacia per settori come ad esempio la ristorazione collettiva, la vigilanza privata e il pulimento, ove gli appalti sono diffusi.
In una prima fase si potrebbe però ipotizzare l’istituzione di un unico Osservatorio in cui far confluire le diverse realtà, per poi nel tempo fissare l’obiettivo di rendere ancora più efficace tale intervento, specificandolo per i singoli comparti.
Nel settore dell’edilizia è necessario dare piena funzionalità al progetto EMERSI’ con l’obiettivo di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e di favorire l’emersione del lavoro irregolare attraverso il monitoraggio e la georeferenziazione delle aziende e dei cantieri nel territorio.



Il sostegno allo sviluppo:

La regione Emilia Romagna ha nell’ultimo anno promosso due iniziative che possono essere di forte impatto sul futuro sviluppo produttivo. La costituzione dei tecnopoli e il sostegno alle reti di impresa. Su queste esperienze è necessario un forte impegno anche locale affinché possano dare frutti positivi. E’ necessario da questo punto di vista una promozione anche culturale, sapendo che è necessario che le imprese si ristrutturino per affrontare la competizione globale. Nuove tecnologie, green economy, e capacità di offrire prodotti nei mercati internazionali rappresentano la possibilità per il nostro tessuto produttivo di vedersi aprire un futuro. Per far questo però le numerose piccole e medie imprese del nostro territorio necessitano di supporti per realizzare attività di servizio comuni per l’innovazione e sviluppare prodotti e servizi che consentano l’ampliamento del mercato e dei canali distributivi. Favorire quindi processi di specializzazione produttiva, di erogazione di servizi, facendo massa critica, razionalizzando costi e competenze è necessario: infatti a Piacenza esiste un nanismo industriale che non permette di centrare il tema di una saggia economia di scala per dotarsi delle innovazioni tecnologiche più avanzate.

Si propone pertanto che la Provincia partendo dall’esperienza dei laboratori Musp e Leap che hanno costituito il Tecnopolo di Piacenza favorisca il trasferimento di conoscenze scientifiche e risultati di ricerca verso le realtà produttive. Ugualmente l’esperienza delle reti di impresa sostenuta dalla Regione attraverso bandi deve essere rinforzata a livello locale cercando sinergia con tutti i soggetti istituzionali e le parti sociali, per promuovere azioni positive che orientino e supportino in tal senso le aziende e le realtà produttive e di servizi del territorio.



Predisposizione dei Piani Strutturali Comunali:

I Piano Strutturali Comunali che dovranno essere deliberati nei prossimi mesi sono sicuramente un importante strumento di costruzione di una visione comune di sviluppo, utile a delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo del territorio secondo le matrici ambientali, socio – economiche e fisico territoriali. Nei PSC dovrebbero essere individuate le necessità di infrastrutture per le mobilità, quelle di aree per attività produttive, la valorizzazione delle risorse storico – culturali – ambientali, elementi indispensabili per il futuro sviluppo dei nostri Comuni e della nostra Provincia. Considerata la recente approvazione definitiva del PTCP è fondamentale che gli Enti Locali si attivino quanto prima per avviare la discussione, concertata con le forze sociali presenti in quel territorio comunale, per definire i PSC, formulati se possibile in forma associata, laddove si ravvedono elementi di omogeneità territoriale.