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Il Documento conclusivo del XVII Congresso Cgil Piacenza
cgil Piacenza


DOCUMENTO CONCLUSIVO XVII CONGRESSO CGIL PIACENZA

6 /7 marzo 2014

 

Il Congresso della Camera del Lavoro di Piacenza, svoltosi il 6/7 marzo 2014 presso il Salone N. Mandela, assume la relazione del Segretario Generale uscente Paolo Lanna e le conclusioni di Mirto Bassoli della Segreteria Regionale della CGIL Emilia Romagna, nonché gli interventi che hanno arricchito il dibattito dell’assise.

 

Il Congresso esprime forte preoccupazione per gli effetti che la crisi economica, sociale ed infine culturale hanno prodotto e stanno tutt’ora producendo anche a Piacenza dove interi settori della nostra economia, come l’edilizia, le costruzioni ed interi comparti industriali, commerciali, con i relativi servizi ad essi collegati sono stati profondamente colpiti.

 

Il gruppo dirigente della Camera del Lavoro di Piacenza, rappresentato dall’insieme delle sue categorie, è riuscito in questi mesi a produrre un’importante elaborazione che, oltre a fotografare le difficoltà e le criticità esistenti nel territorio, individua possibili interventi finalizzati a creare le basi per un possibile sviluppo e per una possibile ripresa della nostra economia territoriale.

 

Il Congresso della Camera del Lavoro approva il documento “Per un nuovo sviluppo del territorio piacentino” ed impegna il nuovo gruppo dirigente alla sua massima diffusione anche attraverso un momento di presentazione pubblica congiuntamente all’Osservatorio sull’economia ed il lavoro in provincia di Piacenza.

 

La situazione generale del Paese è resa ancor più drammatica dall’acuirsi di una crisi politico-istituzionale le cui ricadute rischiano di sommarsi alle già pesanti condizioni socio economiche, creando un clima di incertezza e di sfiducia generalizzata nei confronti delle istituzioni democratiche e delle forme della rappresentanza collettiva.

 

Il sindacato, la CGIL, non sono estranei a tutto ciò e non è quindi più rinviabile una ferma autoriforma dell’organizzazione che sia in grado di porre le condizioni per una rinnovata azione di rappresentanza generale del mondo del lavoro e sul piano della territorialità.

 

Il nuovo governo dovrà da subito riconoscere il fallimento delle politiche di austerità fin qui sostenuti dai precedenti esecutivi avviando una vera e propria “vertenza” con l’Europa per rivendicare una seria politica di sviluppo e di investimenti, a partire da quelli pubblici, quali strumenti per ridare ossigeno all’economia dei paesi dell’Unione; sarà inoltre indispensabile rilanciare la riforma del sistema finanziario e bancario (tassa sulle transazioni finanziarie, separazione tra banche di risparmio e banche d’affari,ecc.) e richiamare il sistema creditizio alla sua naturale funzione di servizio alle persone, alle famiglie, alle imprese ed al territorio.

 

Una nuova ed indispensabile stagione di lotta all’evasione fiscale dovrà necessariamente essere accompagnata da una vera riforma dell’intero sistema fiscale che sappia premiare i redditi da lavoro dipendente e le pensioni, puntando ad un equa redistribuzione dei vantaggi così prodotti anche come possibile volano per una ripresa dei consumi e, di conseguenza, dell’intero sistema economico del paese.

 

Una credibile ed efficace azione di governo, inoltre, non potrà esimersi dal garantire un effettivo controllo pubblico di servizi di importanza vitale e strategica per il paese come le telecomunicazioni e relative reti, il sistema idrico, della mobilità, le multiutility, rispetto alle quali un ruolo sempre più decisivo potrà essere giocato in stretta relazione tra categorie e confederazione.

 

La difesa di diritti fondamentali di rilievo costituzionale, quali la sanità e l’istruzione richiede la garanzia di adeguati investimenti e la conferma assoluta della loro natura pubblica. A ciò corrisponde il nostro modello sociale di riferimento.

 

La nostra contrattazione sociale e territoriale, che dovrà vedere l’apertura di una nuova stagione di relazioni con le Istituzioni Locali, deve affermare il modello di welfare inclusivo, su cui andranno concentrati ulteriori sforzi e scelte organizzative della Confederazione alla luce del ruolo strategico che essa assume in una congiuntura molto critica come quella attuale. Dovrà quindi porsi, a fianco dei naturali obiettivi di tutela dei lavoratori e dei pensionati, anche quelli connessi alla difesa dei servizi pubblici, del sistema educativo, socio-sanitario e dell’istruzione (mense, trasporto pubblico locale, accessi a biblioteche, ecc.), all’equità del sistema della fiscalità locale e salvaguardia delle fasce sociali più deboli, agli interventi sulle nuove povertà.

 

La scelta di puntare con una decisione ad un economia della conoscenza, che metta in rete scuola, università, ricerca e formazione professionale è la garanzia perché si affermino i principi costituzionali di uguaglianza e pari opportunità, nonché la strategia migliore per rafforzare i settori tradizionalmente trainanti del nostro tessuto economico come il manifatturiero che, attraverso le nuove tecnologie, la green economy ed i mercati internazionali può conoscere una nuova florida stagione.

 

Il settore delle costruzioni vive una crisi strutturale, dalla quale non uscirà se non attraverso un ripensamento complessivo del suo ruolo che, nel nostro territorio, potrà essere attuato coniugando un Patto per l’Abitare che ridisegni delle nuove politiche per la casa alla luce delle attuali difficoltà sociali con accorti interventi di riqualificazione urbana, recupero di aree dismesse, edilizia scolastica ed azioni di messa in sicurezza del territorio a fronte di rischi idrogeologici e sismici.

 

E’ evidente la necessità di una posizione molto ferma della CGIL per battere i tentativi di ridurre i lavoratori e la contrattazione ad un ruolo puramente adattativo alle esigenze delle imprese e denunciare tutte le forme di lavoro nero ed illegale. E’ altrettanto indispensabile contrastare i tentativi di usare la crisi e la globalizzazione per ricattare i lavoratori. Il necessario rilancio dell’iniziativa contrattuale nei luoghi di lavoro richiede che, accanto alla tutela salariale, si metta al centro la soggettività dei lavoratori e quindi le condizioni della prestazione. Serve un nuovo modello delle relazioni industriali che affermi il diritto alla partecipazione; una contrattazione di natura solidale ed inclusiva.

 

Il fenomeno migratorio, processo consolidato e destinato ad ampliarsi negli anni futuri, indica in diversi aspetti che le condizioni dei lavoratori migranti sono caratterizzate da precarietà o sfruttamento.

La questione immigrazione è una delle vere questioni democratiche del nostro Paese e, per questo, la Camera del Lavoro di Piacenza intende intervenire con efficacia su questo problema per cercare di abbattere fenomeni di evidente disagio sociale, favorendo virtuosi percorsi di inclusione e di rappresentanza per queste masse di lavoratori.

 

Il Congresso della Camera del Lavoro di Piacenza impegna il futuro gruppo dirigente alla ricerca della massima sintesi politica possibile, per garantire la più ampia collegialità ed il più ampio coinvolgimento di tutte le strutture, nel convincimento che un’ancora più stretta relazione tra Categorie, Confederazioni ed il Sistema dei Servizi sia la strada giusta da percorrere per rendere davvero realizzabili gli obiettivi individuati nel documento “Per un nuovo sviluppo del territorio piacentino”.

 

approvato

 

Votanti 127

FAVOREVOLI 125

ASTENUTI 2