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La posizione della Cgil sul nucelare: "No ai pasdaran dell’atomo di questo Governo"
La scelta della Cgil contrastare il piano del Governo per riportare il nucleare in Italia è antecedente alla tragedia in corso in Giappone ed è conseguente ad un giudizio di merito sul piano stesso. Quello che sta avvenendo introduce un ulteriore elemento di riflessione che riguarda il mondo intero.
Diversi Governi europei hanno correttamente avviato una fase di approfondimento delle tematiche legate all’utilizzo dell’energia atomica nella produzione energetica, riteniamo che anche il Governo italiano dovrebbe fare altrettanto. Ora più che mai occorre riflettere sul futuro modello energetico del Paese, certamente ribadendo la scelta dello sviluppo delle energie rinnovabili, del risparmio e dell’efficienza energetica e per questo confermiamo la nostra opposizione al Decreto Legislativo del Governo approvato il 3 Marzo u.s. che modifica unilateralmente gli incentivi economici per lo sviluppo delle rinnovabili, ma al tempo stesso occorre misurarsi con uno scenario che assicuri l’energia necessaria allo sviluppo del Paese che, con ogni evidenza, non può essere basato sulla tecnologia nucleare oggi disponibile.
Occorre rimettere mano alla revisione del Piano Energetico Nazionale mobilitando tutte le risorse intellettuali e tecnologiche allo scopo di assicurare, nel rispetto delle compatibilità ambientale e della sostenibilità economica, il fabbisogno energetico del Paese.
Segreteria Camera del Lavoro di Piacenza
Paolo Lanna, Paolo Chiappa, Stefania Bollati, Gianluca Zilocchi, Mattea Cambria




Romani e Prestigiacomo: Pasdaran del nucleare

Non solo è imbarazzante, ma addirittura fastidioso, provocatorio e arrogante l’atteggiamento tenuto dal governo italiano nelle persone dei Ministri Prestigiacomo e Romani nel sostenere la loro scelta di investire sull’energia prodotta dalle Centrali nucleari.
Se a questo aggiungiamo le dichiarazioni di presidenti di Regione come Cota e Formigoni, che sostengono il nucleare (ma a casa di altri), il fastidio e l’indignazione aumentano.
Loro sono gli sciacalli, integralisti del nucleare, che tentano di passare come gli schiacciasassi sulla testa e la salute dei cittadini per ragioni che di nobile non hanno nulla.
Un paese, che non ha un piano energetico nazionale, nel quale le lobby la continuano a farla da padrone, continua ad essere governato da chi sfrutta il territorio fregandosene degli effetti che si scaricano sulle generazioni future.
Invece di incentivare politiche industriali che favoriscono la produzione di energia rinnovabile, ecocompatibile, tagliano i fondi, cercando in questo modo di condizionare negativamente soluzioni alternative al petrolio ed al nucleare.
A fronte di quello che sta accadendo anche in Giappone ed al confronto che si è drammaticamente aperto a livello europeo è più che mai necessario elaborare una piano energetico nazionale, condiviso e compartecipato, fondato sulle fonti rinnovabili come l’eolico, il fotovoltaico, le biomasse di natura agricola, il biogas, incentivando la costruzione di filiere nazionali e locali in grado di sostenere la “rinascita” energetica del nostro paese e garantire la sicurezza e la salute dei cittadini.
Il piano deve incentivare la messa in rete dell’apparato produttivo con la ricerca per innovare i cicli produttivi, con l’obbiettivo di ottenere il massimo risparmio energetico.
Questo paese deve cominciare a programmare il suo futuro senza nucleare per consegnare ai nostri figli uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile: in questo futuro è davvero impensabile che possano avere cittadinanza gli atteggiamenti e le posizioni di Romani e la Prestigiacomo.

Per la Segreteria Cgil Emilia Romagna

Antonio Mattioli – Cesare Melloni