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Allegri (Fisac-Cgil Piacenza): su lavoratori di Equitalia ’sequestrati’: "Svolgono la loro attività nel rispetto delle norme"



Allegri (Fisac-Cgil Piacenza) su riscossori di Equitalia sequestrati e nuovo “giro di vite“ del governo in materia fiscale. Si richiedono regole chiare e un giusto riconoscimento professionale per i lavoratori: “Svolgono la loro attività nel rispetto delle norme”

Di uff. Stampa Cgil Piacenza


Occorre “fare gettito rispettando regole e diritti”. Questo è il punto centrale del dibattito in corso in tema di riscossione dei tributi, un tema salito alla ribalta delle cronache in questi giorni per due episodi: il lavoratore di Equitalia “sequestrato” da un gruppo di allevatori in Veneto che si era visto consegnare una cartella da 500.000 euro per lo sforamento delle quote latte; e perché il ministro dell’economia Giulio Tremonti, in piena campagna elettorale, dichiara la necessità di un “giro di vite” alle ganasce fiscali che lui stesso aveva “stretto”.
“Il dibattito rischia però di imboccare una strada sbagliata andando a colpevolizzare quei lavoratori che svolgono la propria attività nel rispetto di quanto previsto dalla legge in termini di prelievo fiscale” commenta in merito Giordano Allegri, segretario della Fisac-Cgil di Piacenza. “Essere continuamente insultati agli sportelli, messi all’indice dall’opinione pubblica, attaccati nei social network e talvolta perfino fisicamente è una condizione del tutto ingiusta e insopportabile per dei lavoratori unicamente “colpevoli” di rappresentare lo Stato e gli Enti Locali nella funzione di riscuotitori delle imposte” prosegue il segretario Fisac. “Il nostro – dice Allegri - è un settore tutto regolato da norme di legge, nel quale la spinta al continuo efficientamento azzera i già ristrettissimi margini di discrezionalità. Come lavoratori del settore riscossione tributi – prosegue - abbiamo il non facile compito di realizzare una fiscalità ed una riscossione rispettose delle esigenze e dei diritti dei contribuenti, nell’ambito delle norme di legge che tale servizio disciplinano.” All’interno di una corretta discussione rispetto a regole e diritti, le Organizzazioni Sindacali rappresentative del settore rivendicano, per il personale addetto ad un servizio essenziale per la vita di un Paese, il diritto a regole chiare e a ricevere la formazione necessaria, le tutele adeguate alla rischiosità del suo operare e la giusta motivazione in termini di riconoscimento professionale, di retribuzione e di adeguamento di tale retribuzione al variare del costo della vita.


L’impostazione complessiva del sistema fiscale italiano, ovvero i carichi fiscali e la loro distribuzione sulle varie fasce sociali, così come le modalità di riscossione coattiva sono e devono essere oggetto di scelte politiche precise, dovrebbero ispirarsi a criteri di equità e tenere conto della concreta situazione del paese: in un periodo di crisi, e di maggiore difficoltà dei singoli contribuenti ad assolvere ai loro carichi tributari e contributivi possono essere decisi carichi fiscali diversi cui corrisponde, è sempre bene ricordarlo, un diverso ritorno alla collettività in termini di ampiezza della rete dei servizi che il prelievo fiscale alimenta, così come possono essere adattate ad una situazione sociale ed economica modificata sia la distribuzione dell’onere fiscale complessivo (come da anni chiedono le organizzazioni sindacali) che modalità operative di riscossione.
Il gruppo Equitalia, unitamente a riscossione Sicilia opera la riscossione di tributi e contributi su tutto il territorio nazionale per conto dello Stato e di atri Enti pubblici e, dall’avvio del suo operato, nel 2006, ha azzerato i costi di intervento dello Stato per la realizzazione del servizio (inizialmente 470 milioni di euro) ed aumentato del 130% i volumi di riscossione. Con l’intento di realizzare un ulteriore efficientamento (meno costi e migliori risultati) è in fase di avvio un importante processo di ristrutturazione di Equitalia che porterà, nell’arco dell’anno in corso, alla concentrazione delle attuali 16 società di riscossione in tre realtà.
Non sono i dipendenti delle società di riscossione che hanno deciso di mettere in campo misure cautelari importanti e pesanti come il fermo amministrativo e le ipoteche immobiliari senza indicare un rapporto tra le somme da incassare ed il valore del bene sottoposto a tali iniziative, non sono certo i lavoratori che non hanno definito limiti (come quello sacrosanto della prima casa) alla vendita immobiliare, non sono neppure i lavoratori che non hanno ipotizzato gradualità negli interventi da concretizzare nei confronti dei cittadini morosi; per finire non sono certo i lavoratori dipendenti che hanno la possibilità di definire misure straordinarie di intervento in conseguenza della grave crisi economica che attanaglia il Paese, o che hanno discrezionalità sulle procedure da eseguire o su quali morosi intervenire. Non dimentichiamo poi che, di fronte a situazioni che mostrino una responsabilità soggettiva, i nostri lavoratori pagano di persona, e purtroppo assai pesantemente; infatti sono assoggettati sia al controllo previsto per l’attività pubblica (Corte dei Conti) rispondendo del previsto rischio patrimoniale nei confronti dello Stato, sia di quello previsto per l’attività privata (Tribunale civile e Penale).
Non raramente sono proprio i lavoratori che si sentono frustrati dal fatto di essere costretti a perseguire il contribuente che non riesce a pagare poche centinaia di euro di debito, mentre si rendono conto che il grande evasore ha potuto utilizzare tutte le opportunità che la legge gli consente per nascondere le sue proprietà e risultare nullatenente, in barba alle cifre da capogiro strombazzate sui media in tema di accertamenti tributari. Quegli stessi lavoratori che, essendo il settore stato ingiustamente incluso, lo scorso anno, fra le realtà destinatarie di precise misure anticrisi, sono assoggettati al blocco, per tre anni, di tutti i trattamenti economici .
Ogni cittadino ha diritto a norme e procedure di legge eque e che in generale rispettino i diritti, ed ha il dovere di rispettare tali norme.