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Dipendenti pubblici e pensionati in piazza tra sensibilizzazione, informazione; musica e fantasia
Le strade si colorano e si riempiono di musica (a firma di Mauro Sbuttoni) anche in tempi di crisi. Sopratutto se a condire il tutto ci sono ricette alternative per uscire dalla crisi. Un volantinaggio anomalo che ha riscosso un successo oltre le più rosee aspettative quello andato in scena questo pomeriggio, mercoledì 23 giugno, tra le centralissime via Cavour e via XX Settembre a Piacenza, imbastito dai rappresentanti del pubblico impiego della Cgil (FP) e dei pensionati (Spi). Un’iniziativa propedeutica allo sciopero generale di venerdì 25 giugno quando da Piacenza partiranno 12 pullman alla volta di Bologna per la grande manifestazione indetta dal sindacato confederale. In proposito, sono ancora disponibili dei posti per la manifestazione: basta chiamare in Camera del Lavoro allo 0523/459701.

Il perché del successo lo spiega così il segretario provinciale SPI, Tamer Favali: “Abbiamo riscontrato un tasso del 2% di persone che non volevano il volantino in cui sono spiegati i perché della protesta, segno che la gente vuole sapere cosa succede veramente con questa manovra vergognosa che non tocca i ricchi e toglie ai pensionati e ai cittadini”. “Manifestiamo – ha aggiunto Favali, coadiuvato dal segretario organizzativo Luciano Mazzari e da diversi attivisti dello Spi – per un Italia più giusta, dove i sacrifici non li fanno solo e sempre i soliti; siamo qui per un rinnovamento della società e della politica, che passi da una svolta nel metodo di governo”.

Numeri alla mano – e sui cartelli –, anche Michele De Rose, segretario della Funzione Pubblica Cgil, ha registrato un alto tasso di partecipazione. “Questa iniziativa è molto positiva per due motivi – spiega De Rose – il primo perché abbiamo visto tanti piacentini chiederci i dettagli della manovra e le ripercussioni concrete che questa avrà nei servizi – nella sanità e nelle politiche per l’infanzia - segno della difficoltà a recepire le informazioni corrette con l’informazione di regime berlusconiana; secondo perché siamo riusciti a far arrivare le nostre proposte che dimostrano come la Cgil non sia il sindacato dei “no”, ma quello che difende il lavoro e i diritti dei cittadini in modo concreto e anche, come oggi, con la fantasia”.