Cgil Piacenza
Ricerca semplice documenti
Home
Sciopero Fiom a Bologna: “Il lavoro è un bene comune: da Pomigliano a Mirafiori difendiamo ovunque contratto e dirittI" LE FOTO 


(FOTO matmot & Maurizio Mori)

 
Aggiornamento 27 gennaio

COMUNICATO STAMPA CGIL PIACENZA

Non solo la vertenza Fiat e il pasticcio degli accordi separati di Mirafiori e Pomigliano hanno spinto in piazza le “tute blu” della Cgil di Piacenza per lo sciopero generale di 8 ore indetto dalla Fiom a Bologna.
Tanti e profondi i motivi che hanno messo in fila, in corteo verso piazza Maggiore, metalmeccanici, studenti, pensionati, disoccupati, precari e altri lavoratori piacentini sull’orlo di una crisi di nervi. Innanzitutto, come spiega Ivo Bussacchini, segretario generale Fiom Piacenza, c’è un disagio che emerge legato alle risposte non date da un Governo tracotante che, da un lato, non fa quel che deve e non governa perché in un pantano politico e, dall’altro, è appiattito sulla parte padronale nel contesto di un conflitto sociale che giorno dopo giorno si fa sempre più evidente.

“In questo pantano – spiega Bussacchini – sono i lavoratori che tutti i giorni ’tirano la carretta’ e permettono al Paese e al tessuto produttivo locale di andare avanti, ma oltre alla Cgil e alla Fiom altri corpi sociali devono capire che è giunto il momento di mettere al centro del dibattito temi come il lavoro, i diritti e le ingiustizie sociali”.

ADESIONE - Al di là dei dati di adesione locali allo sciopero, che hanno raggiunto comunque livelli importanti in alcuni stabilimenti (Astra 75%, Tectubi 70%, Metalwacum Ranger 95%), Bussacchini punta “sulla piattaforma” della protesta. “Siamo qui – spiega il segretario Fiom - per dire che il modello Mirafiori che Federmeccanica ha subito cavalcato è irricevibile: giornalmente, il confronto – lo vediamo sul nostro territorio – lo si fa con buone relazioni industriali e non cercando di escludere, a priori, una sigla sindacale come la Fiom a cui non va bene la china imboccata che porta ad un arretramento complessivo dei diritti fondamentali dei lavoratori”. Bussacchini parla di adesione “discretamente buona” rispetto allo sciopero e, sottolinea, “un senso di educazione civica” della protesta cui hanno preso parte i lavoratori piacentini.
SCIOPERO GENERALE – La chiamata allo sciopero generale forse era attesa da molti manifestanti e sicuramente è uno strumento che il leader Fiom Maurizio Landini ha chiesto dal palco di piazza Maggiore. Subito dopo ha preso la parola la numero uno della Cgil Susanna Camusso: una questione che Bussacchini commenta così: “Lo sciopero generale è uno strumento in campo, credo che se ai lavoratori non arriveranno certe risposte e continueranno gli attacchi alla democrazia sindacale e ai diritti conquistati, la pazienza arriverà ad un limite oltre il quale vi è lo strumento dello sciopero generale”.
L’ADESIONE DELLA CAMERA DEL LAVORO – A partire dal segretario generale Paolo Lanna, massiccia è stata l’adesione di tutta la Cgil di Piacenza allo sciopero della Fiom. A Bologna sui vari pullman partiti da Piacenza sono arrivate delegazioni coordinate dal segretario organizzativo Paolo Chiappa, dal segretario Spi Tamer Favali – arrivato con un bus colmo di pensionati e con al seguito i dirigenti sindacali -il segretario Filcams Fiorenzo Molinari, Stefania Bollati della Funzione Pubblica. E ancora: il coordinamento dei precari della scuola e la segretaria Flc Manuela Calza, Giordano Allegri segretario Fisac e Floriano Zorzella segretario Filctem, Marco Efori (Filt), Filippo Calandra, Marco Carini e Claudio Bianchi (Fillea).





COMUNICATO STAMPA CGIL E/R

27gennaio sciopero Fiom in Emilia Romagna e manifestazione regionale a Bologna: intervengono i leader nazionali Fiom e Cgil Maurizio Landini e Susanna Camusso

“Il lavoro è un bene comune: da Pomigliano a Mirafiori difendiamo ovunque contratto e diritti” – è lo slogan della mobilitazione straordinaria della Fiom, che in Emilia Romagna ha proclamato per giovedì 27 gennaio uno sciopero generale di 8 ore (previsto sul piano nazionale per il giorno successivo, 28 gennaio) con manifestazione regionale a Bologna, alla quale interverranno i leader nazionali Fiom Maurizio Landini e Cgil Susanna Camusso. Concentramento per il corteo alle ore 9 a Porta Saragozza (160 i pullman prenotati finora): il percorso prosegue sui viali e nelle vie del centro fino a Piazza Maggiore per i discorsi conclusivi.

L’importanza della giornata di lotta è stata sottolineata in una conferenza stampa questa mattina dai segretari generali di Fiom e Cgil Emilia Romagna Gianni Scaltriti e Vincenzo Colla.
"Vogliamo lanciare un messaggio forte – ha detto Scaltriti - agli imprenditori metalmeccanici: se pensate di scendere sul terreno degli accordi separati o dell’ultima proposta di Federmeccanica per un unico livello di contrattazione, la risposta sarà ferma e intransigente. Non è pensabile che il tessuto produttivo dell’Emilia Romagna cerchi soluzione alla crisi nella compressione dei diritti del lavoro.” Stessa linea espressa da Colla, che manda a dire alle imprese: “non provateci a riproporre qui quanto è successo a Mirafiori. Il modello Marchionne è un attacco alla democrazia e ai diritti dei lavoratori che va oltre il mondo del lavoro e mina la coesione sociale del paese: altroché modernità, questo è un ritorno inaccettabile al passato! La Fiom ha il pieno sostegno della Cgil.”
Intensa l’attività di preparazione profusa in tutta la regione in vista dello sciopero del 27 gennaio: una campagna di migliaia di assemblee nei luoghi di lavoro, iniziative pubbliche e di piazza, confronti con il movimento degli studenti, l’associazionismo, le forze politiche e molti amministratori locali. A livello regionale la Fiom ha incontrato i partiti del centro sinistra e domani è previsto il faccia a faccia con il presidente della Regione Vasco Errani.
La Fiom si sta muovendo anche sul piano dell’iniziativa contrattuale e giuridica: in Emilia Romagna conta già 60 accordi aziendali per l’applicazione del contratto nazionale del 2008 (l’ultimo siglato insieme a Fim e Uilm prima dell’accordo separato), mentre sono stati presentati 25 ricorsi per comportamento antisindacale in altrettante imprese che applicano l’accordo separato.
Riguardo alla crisi, Scaltriti ha segnalato ancora una volta i suoi caratteri strutturali, che pesano gravemente anche in realtà solide come l’Emilia Romagna. Nel 2010 in regione le aziende meccaniche hanno fatto 61,7 milioni di ore di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria, in deroga), sul totale di 99,8 milioni per tutti i settori, coinvolgendo circa 30mila metalmeccanici; oltre 4.000 gli accordi anticrisi siglati nell’artigianato e circa 2.800 nell’industria.

Mayda Guerzon

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------


ADESIONE PRECARI SCUOLA PIACENZA - FLC

Gli accordi separati di Mirafiori e di Pomigliano sono solo l’esempio più alto di come i ceti privilegiati del nostro paese stiano approfittano della crisi economica per instaurare, nei luoghi di lavoro, una dura disciplina che calpesta i diritti e le libertà dei lavoratori e li sottopone a uno sfruttamento sempre più intenso.

Viene meno ogni dignità lavorativa attraverso innocui meccanismi che sommati fra loro minano dalle fondamenta i principi su cui si regge il mondo del lavoro, come l’aumento dell’orario di lavoro, la lesione del diritto di dissenso e sciopero ed è ridotta la retribuzione a chi si ammala. Ma quel che è peggio è che viene impedito ai lavoratori di scegliere i propri rappresentanti sindacali dato che gli unici sindacati ammessi alle trattative sono quelli che hanno firmato l’accordo.

Si tratta di problemi molto seri che mettono in pericolo il contratto collettivo nazionale, lo statuto dei lavoratori e si stravolgono le più semplici regole di rappresentanza sindacale. Problemi che noi lavoratori della scuola sentiamo come nostri perché educatori, fra gli altri, di legalità, di rispetto per la dignità e i diritti umani di tutte le persone e di giustizia sociale ed economica per tutti. Ma, soprattutto, si tratta di problemi che in parte conosciamo perché li abbiamo provati sulla nostra pelle prima di tutti gli altri lavoratori, a partire dalla possibilità di dissentire, al diritto di una reale rappresentanza e contrattazione sindacale. Ci è infatti tuttora impedito di votare per il rinnovo delle RSU e il salario accessorio non sarà più materia di contrattazione sindacale ma sarà disciplinato per legge. Un vero e proprio furto se si considera che solo al 25% dei lavoratori spetterà il massimo della produttività a discapito di tutti gli altri ed a prescindere dal fatto che possano comunque effettivamente meritarselo, mentre oggi ne beneficia circa l’80%! Ma non basta. E’ stata introdotta una vergognosa e squallida trattenuta sulla malattia, sono stati bloccati per un triennio sia il rinnovo del contratto e sia gli scatti di anzianità, sono stati ridotti i distacchi sindacali e, infine, sono state inasprite le sanzioni disciplinari. Le scuole, così come le fabbriche, stanno diventando luoghi dove i diritti dei lavoratori sono quotidianamente calpestati. Noi lavoratori precari della scuola, sfruttati da uno Stato che si rifiuta per legge di riconoscerci lo stato giuridico che ci spetta, anche dopo venti anni di onorato servizio, rifiutiamo con sdegno i nuovi modelli contrattuali di Pomigliano e Mirafiori, poiché mirano soltanto a umiliare la dignità dei lavoratori e a sottometterli a logiche di opportunismo tipiche del mondo padronale.

Per questo motivo il 27 gennaio saremo a Bologna e manifesteremo assieme alla Fiom, agli studenti e a tutto il mondo civile per gridare il nostro No alla logica del ricatto, del disprezzo della dignità umana e dello scempio dei diritti dei lavoratori nelle scuole e nelle fabbriche. Siamo infatti consapevoli che, come affermò Giuseppe di Vittorio nel lontano 1952, “tutta l’esperienza storica, non soltanto nostra, dimostra che la democrazia, se c’è nella fabbrica, c’è anche nel Paese, e se la democrazia è uccisa nella fabbrica, essa non può sopravvivere nel Paese”.

Ed è proprio questa consapevolezza che ci spinge a difenderla come il bene più prezioso e a sollecitare la segreteria nazionale Flc a sostenere la richiesta della Fiom di uno sciopero generale presso la segreteria confederale Cgil.

 

Il Coordinamento Precari Flc Cgil Emilia Romagna