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Immigrazione: il divario tra mondi ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero - IL COMMENTO di Bruno Carra', Cgil Piacenza

COMMENTO di Bruno Carrà sullo stato del fenomeno immigrazione dopo il voto del 4 Marzo


L’immigrazione è il trasferimento permanente o temporaneo di singoli individui o di gruppi di persone in un Paese o luogo diverso da quello di origine. Si possono includere le migrazioni di popolazioni tra paesi e i movimenti interni ad un paese; l’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più rilevanti, problematici e controversi dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Per quanto riguarda i paesi destinatari dei fenomeni migratori (principalmente le nazioni cosiddette sviluppate), i problemi riguardano e la regolamentazione ed il controllo dei flussi migratori in ingresso e la permanenza dei migranti insieme alla indispensabile integrazione che va costruita ed ampliata.

Il divario tra i due mondi ha trasformato il Mediterraneo in un cimitero, ogni anno migliaia di persone periscono attraversando questa frontiera liquida, provando a navigare sulla voragine più oscura di questa gravissima crisi umanitaria.

I flussi migratori rappresentano un fenomeno permanente nel corso della storia anche se oggi questo fenomeno è sempre più complesso ed in crescita.

La globalizzazione neo liberista con l’accrescere delle diseguaglianze è, da una parte, causa delle consistenti migrazioni, e dall’altro substrato per l’affermarsi di risposte nazionalistiche, populiste e sovraniste che irrorate da un’impostazione xenofoba sono errate perché vogliono imporre un “pensiero unico” che vorrebbe cancellare i pluralismi culturali, etnici, religiosi e di genere anche attraverso politiche securitarie.

L’immigrazione può comunque contribuire a risolvere i problemi come sovrappopolazione, fame, epidemie e povertà dei Paesi di origine, e soprattutto in riferimento all’Europa e all’Italia, il fenomeno migratorio può avere ripercussioni positive anche per i Paesi di destinazione. Infatti il processo di invecchiamento della popolazione è un fenomeno demografico che sta interessando l’intera Europa, come conseguenza del generale miglioramento della qualità della vita insieme però ad un declino della natalità in vari paesi. Di conseguenza con la diminuzione della popolazione attiva emergono problematiche legate alla sostenibilità della spesa previdenziale.

La presenza dei migranti costituisce un fattore importante per il riequilibrio della spesa pensionistica, dato che la gran parte degli immigrati si trova in età lavorativa.

Un ampia parte della migrazione contemporanea è strettamente legata al lavoro, infatti molte persone scelgono di migrare per migliorare le proprie condizioni di vita e per cercare maggiori opportunità di un lavoro dignitoso. Gli immigrati che vivono in Italia sono oltre 5 milioni di persone.




All’interno di questo fenomeno ci sono quei migranti che vengono da quelle aree dove è in corso una vera e propria crisi umanitaria che non si arresta e che è la causa della fuga verso l’Europa di centinaia di migliaia di persone da zone martoriate. Ci sono conflitti in corso nell’Asia occidentale e nell’Africa del Nord e dell’Ovest. E’ quanto mai dunque necessario ripensare e riformare per molti versi il sistema di immigrazione e asilo in Italia.

Il fenomeno migratorio quindi non è una emergenza ma una realtà precisa dei prossimi anni che va governata e gestita da una solida organizzazione pubblica per l’accoglienza dove il volontariato dovrà svolgere un ruolo non marginale ma di supporto e non centrale dove si dovrà comporre solidarietà, accoglienza con la sicurezza e le legittime posizioni delle comunità civiche.

Noi viviamo un tempo di grandi cambiamenti e di epocali movimenti di persone: la crescita dei flussi migratori, soprattutto di persone in cerca di protezione umanitaria, sospinti dalle nostre parti da guerre, da violenze, da squilibri ambientali e sociali e da ingiustizie, suscita espressioni di solidarietà ma anche reazioni di paura e talvolta di chiusura. E’ evidente che la chiusura in egoismi e nazionalismi cela la mancanza di volontà politica di cambiare le cose.

Serve senza ombra di dubbio una cabina di regia centrale che porti ogni Stato membro ad accogliere in misura equa una quantità di persone definite, per evitare di scaricare tutto il peso su Grecia ed Italia. Serve quindi una precisa risposta europea per l’accoglienza che sappia rispondere al fenomeno dell’immigrazione con quello che comporta.

Circa 3.000 migranti sono annegati nel Mediterraneo lo scorso anno cercando di raggiungere le coste italiane.

Bisogna continuare a mettere al centro i principi di rispetto della vita e della dignità umana che sono pienamente parte della identità europea e italiana come la nostra Costituzione ci ricorda ed insegna e sui quali poggia la speranza stessa di un futuro migliore, e contrastare ogni atteggiamento e posizione che possa alimentare paure, fobie, timori ed odio nei confronti del diverso. Non dobbiamo essere indifferenti davanti all’odio e alla violenza, dobbiamo al contrario costruire tutti insieme un cammino solidale che ci faccia sentire tutti appartenenti alla stessa parte, alla stessa comunità.

Si impone l’apertura di una discussione capace di dare una narrazione di valori di una società aperta e non chiusa come al tempo stesso c’è la impellente necessità di superare le paure, le barriere e le diffidenze nei confronti dei migranti per predisporre una vera e virtuosa accoglienza così come allo stesso modo i migranti devono rispettare le leggi italiane e la cultura del paese che li ospita senza ovviamente rinunciare alla propria.

La legislazione sull’immigrazione e sul lavoro ad essa collegata deriva molto anche dalla forza che il sindacato sa mettere in campo.

E’ però del tutto evidente che il fenomeno dell’immigrazione nella discussione pubblica e nella cronaca giornalistica risulta spesso accostato altresì all’aumento della delinquenza e della criminalità.

Pertanto il tema della criminalità straniera, realtà che esiste e non va sottaciuta, va affrontato senza incertezze e semplificazioni che possono sfociare nel razzismo e nella xenofobia. E comunque la mobilità umana non è l’altro aspetto della criminalità, non c’è un dato che possa confermare questa opinione, e quindi immigrazione e sicurezza sono due problemi reali ma distinti.

La responsabilità penale è, e deve restare personale ed individuale: non si può pagare per colpe che non si ha semplicemente perché un colpevole ha i tuoi stessi tratti somatici, il tuo medesimo colore della pelle, o parla la tua stessa lingua. Non servono però politiche solamente securitarie ma occorrono inizative che promuovano accoglienza ed integrazione.

In ogni caso resta il tema della violenza sempre più aggressiva che va affrontato con determinazione, servono perciò nella nostra contemporaneità strumenti adeguati di contrasto a queste violenze.

Qui c’è in maniera preponderante il problema dello sfruttamento del corpo femminile, come c’è un business sulla droga fatto di “sangue e soldi”. Per questo andrebbe credo tematizzata una discussione seria sul proibizionismo che è ormai anacronistico.





Come permane che il razzismo è la cifra principale del neofascismo imperante, il razzismo è il brodo culturale in cui il fascismo trova le proprie radici. La xenofobia sostiene l’assunto che i diritti non sono di tutti e a questo è necessario opporsi in maniera inequivocabile.

La CGIL considera la presenza dei migranti nel nostro paese un fattore che arricchisce la nostra società in tutti i suoi aspetti perché rivendichiamo l’unità di tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano nel nostro tessuto. E’ nostra intenzione operare per la dignità delle persone e la solidarietà.

Come CGIL vogliamo e dobbiamo fare nostri (come peraltro stiamo facendo) i valori della Costituzione, a cominciare dall’antirazzismo e dall’antifascismo in cui ci riconosciamo totalmente per ribadire con nettezza la nostra contrarietà ad ogni forma di sopraffazione, intimidazione ed intolleranza, fenomeni questi che hanno ultimamente assunto anche la forma di veri e propri assalti squadristici minacciosi contro redazioni giornalistiche allo scopo di contrastare la libertà di informazione e il diritto dei cittadini ad essere informati, sedi politiche o sindacali, o persone straniere. La volontà è sempre la stessa, quella di impaurire con atteggiamenti dichiaratamente ostili alla democrazia.

Verso tutto questo ci sarà sempre la nostra vigile ed intransigente ferma opposizione.