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Mercatone Uno, incontro al Mise dopo il fallimento, sindacati chiedono chiarezza su livelli occupazionali. Il comunicato stampa di Filcams, Fisascat, Uiltucs 
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+++++++28 maggio 2019
ROMA - L’incontro al Mise richiesto dalle federazioni sindacali di categoria FILCAMS FISASCAT e UILTUCS, che ha visto la partecipazione di esponenti territoriali delle stesse federazioni, si è svolto in data 28 maggio in un clima di grande preoccupazione per il destino occupazionale dei 18 mila lavoratori coinvolti. Il consorzio CONAD per il tramite del proprio legale che da mesi gestisce una trattativa difficile, resa ancor più complessa dalla situazione di grave crisi economica-finanziaria del gruppo Sma Auchan, ha proiettato un percorso che prevedibilmente dovrebbe richiedere 4/5 anni per vedere la conclusione. Il punto di partenza sarà l’acquisizione delle quote societarie  entro l’estate, da parte di una newco BDC Italia Srl costituita il 14 febbraio 2019, dopodiché si potrà procedere al trasferimento dei lavoratori.
Conad conta di diventare il primo operatore italiano nella moderna distribuzione organizzata. 
Al momento le due società sono in una fase di analisi che porterà nel breve periodo a disegnare un piano industriale che porti da un lato, a valorizzare e salvaguardare le positività dei due modelli di business, dall’altro ad affrontare e risolvere quelle criticità commerciali ed organizzative che hanno portato il gruppo Sma Auchan in una situazione di grave crisi.
Dal canto loro le tre federazioni nazionali hanno manifestato numerose perplessità su molti aspetti della vicenda per come è stata rappresentata e le domande di chiarimento,  avranno risposta  in occasione del prossimo incontro fissato per il 20 giugno a Roma.
Filcams-Fisascat e Uiltucs, sono concordi nel ritenere che sia inverosimile nn avere, dopo mesi di trattative tra le due società, alcuna indicazione di merito sul perimetro dei negozi e sui livelli occupazionali, ritenendo poco credibile che si possa concludere un accordo di tale portata,seppur preliminare, senza conoscere  il valore dell’investimento necessario per un buon esito dell’operazione societaria.
All’incontro del 20 giugno al dicastero, contiamo di sciogliere numerosi nodi che, almeno per il momento, gettano un’ombra sulla vicenda.



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26 maggio 2019

Il comunicato unitario nazionale FILCAMS CGIL – FISASCAT CISL – UILTUCS 

“Con sentenza del 23 maggio, il Tribunale di Milano ha decretato il fallimento della Shernon, azienda che aveva acquisito lo scorso anno dalla ditta Mercatone Uno in Amministrazione Straordinaria ben 55 punti vendita, con l’obbligo assuntivo di oltre 2000 lavoratori. In realta`, sino a questo momento, la stessa era subentrata solo in 47 punti vendita con l’impiego di oltre 1800 risorse umane.
Si ricorda che, la vendita dei 55 punti vendita fu proposta dall’AS, dopo una lunga trattativa con i soci di Shernon, ritenuta degna di un positivo riscontro da parte del Comitato di Vigilanza del Mise. Successivamente, e dopo una lunga e difficile trattativa, Filcams, Fisascat e Uiltucs, presso il Mise stipularono un Accordo Sindacale regolante il passaggio dei lavoratori, ben consci che, senza l’accordo, la vendita non si sarebbe perfezionata e sarebbe intervenuto il fallimento gia` a luglio 2018 con la conseguente perdita dei posti di lavoro e delle relative professionalita`.
Col passare del tempo, la mancanza di finanziamenti e di liquidita` ha fatto si` che, gia` negli ultimi mesi del 2018, la merce nei magazzini, e di conseguenza nei negozi, cominciasse a scarseggiare.
A marzo 2019, come denunciato dalle tre federazioni confederate, i punti vendita risultavano sprovvisti di merce e la stessa non veniva piu` consegnata sebbene gia` venduta e pagata dagli acquirenti.
Nell’incontro tenutosi a marzo fra Filcams, Fisascat, Uiltucs e l’AD di Shernon, quest’ultimo preannunciava un imminente capitalizzazione della Shernon e informava le rappresentanze sindacali in merito ad una non meglio precisata trattativa con potenziali investitori.
La ricapitalizzazione annunciata doveva esser effettuata entro la fine di marzo e presupponeva un investimento pari a circa 20 milioni di €, cifra che, da subito le organizzazioni di categoria hanno ritenuto assolutamente insufficiente a garantire la ripresa dell’azienda.
A meta` aprile, senza darne informazione alcuna, nemmeno al Mise, l’azienda ha presentato istanza di Concordato Preventivo presso il Tribunale di Milano.
La decisione assunta il 23 maggio dal Tribunale di Milano, dimostra che le preoccupazioni delle tre sigle sindacali erano del tutto fondate e che, la situazione e` molto piu` grave di quanto l’AD di Shernon abbia raccontato al Mise il 18 di aprile ed ai lavoratori nei vari comunicati ad essi diretti”
Domani si terrà un incontro al Mise per avere risposte su questa delicatissima situazione e sul futuro dei lavoratori e delle loro famiglie. Serve un intervento tempestivo e garante, dichiarano le tre organizzazioni.
“Ci troviamo in una condizione molto difficile e che ha risvolti sociali drammatici, nonostante questo abbiamo speranza che si possa trovare una soluzione per i lavoratori coinvolti anche attraverso cessioni di assetti societari che nn coinvolgono l’intero perimetro aziendale. Nella malaugurata ipotesi che questo non fosse possibile, ci attiveremo a livello locale chiedendo aiuto a tutte le forze istituzionali per costruire un progetto di ricollocazione del personale in esubero, contenendo per quanto più possibile il costo che le famiglie sono costrette a  sopportare causa una gestione scellerata della crisi da parte degli organi preposti alla vigilanza.” Dichiara Francesca Benedetti della Fisascat Cisl.
Elisa Barbieri della Filcams Cgil aggiunge: “Non è accettabile che nel nostro paese un lavoratore possa venire a conoscenza del fatto che la sua azienda è fallita tramite un messaggio o vedendo la serranda del proprio punto vendita abbassata. Non se lo meritano i lavoratori di Mercatone che in questi anni hanno patito già troppo tra mille incertezze e riduzioni salariali , dando sempre il loro contributo anche in termini di riduzione di orario di lavoro nel passaggio a Shernon affinché l’azienda potesse avere un futuro”. 
Vincenzo Guerriero della Uiltucs dichiara
“La situazione che stanno vivendo i dipendenti è drammatica. Ritrovarsi di colpo, senza alcun preavviso, senza il proprio posto di lavoro è surreale. Il MISE, di concerto con le rappresentanze sindacali e le istituzioni locali ove hanno sede i 55 punti vendita, deve dare priorità, nella risoluzione della vicenda, ai 1860 dipendenti del gruppo, senza dimenticare i ben 10.000 addetti dell'indotto. I numeri sono importanti: 500 aziende fornitrici che hanno un credito, verso la Holding, di ben 250 milioni. Migliaia di clienti che hanno versato acconti, anche importanti, per l'acquisto di merci che, ad oggi, non saranno mai consegnate. E 1860 famiglie che non hanno più lo stipendio, a maggioranza unica fonte di sostentamento. Vogliamo risposte. Adesso. Subito.”