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Migranti, risposte dei Governi ed esigenze di umanità. L'intervento di Bruno Carra', 
Di BRUNO CARRA’
Responsabile Centro Lavoratori Stranieri CGIL di Piacenza

Il numero di decessi di migranti e rifugiati nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno è di 390 (dato relativo al 10 febbraio circa) rispetto ai 258 registrati nello stesso periodo dell’anno scorso.
Questo secondo gli ultimi dati riscontrati e registrati dall’Organizzazione internazionale dell’ONU per le migrazioni (l’OIM) a Ginevra.
L’OIM ha inoltre riferito che circa 7.980 migranti e rifugiati sono entrati in Europa via mare dall’inizio del 2018 rispetto ai quasi 12.220 circa dello stesso periodo del 2017.
La stragrande maggioranza di queste persone è entrata dal sud dell’Europa (Italia, Grecia e Spagna). 
L’Italia ha registrato quasi 4.750 arrivi dall’inizio di quest’anno, di cui 3.540 dalla Libia, e comunque è un dato questo in forte calo rispetto ai quasi 9.350 ingressi dello stesso periodo del 2017, è una cifra, questa, quasi del 50% in meno tra il 2018 e il 2017.
L’accoglienza migranti è senza dubbio uno dei temi “caldi” della campagna elettorale, ma più in generale è nel vivo del dibattito politico e sociale del nostro tempo.
Il tema dei migranti in ogni caso non smette di assumere una rilevanza sempre maggiore nell’opinione pubblica italiana.
E quando un Paese nella sua interezza non si impegna nell’accoglienza possono scaturire e crearsi situazioni pericolose e di disagio.
E se poi la risposta del Governo è quella principalmente di alzare muri e di complicare le procedure di accoglienza, tralasciando di occuparsi di integrazione, si corre il rischio concreto di mostrare il fianco a facili strumentalizzazioni, financo ai loschi traffici delle organizzazioni criminali.
A Piacenza i dati dei migranti ospitati nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinari), coordinati dalla Prefettura, rilevano come ci sia un dato stabile con una lieve diminuzione del numero delle persone accolte e non certo un incremento, essendo i profughi ospitati pari ad un numero di 1081 rispetto ad esempio ai 1127 di fine novembre 2017.
Occorrono progetti credibili e concreti di accoglienza uniti a quelli per l’integrazione; questa è la maniera migliore di esprimere dialogo, coesione e partecipazione attiva insieme al senso di comunità che deve caratterizzare questo percorso, non servono strampalate idee populiste o di chiusura, né tantomeno posizioni che parteggiano chiaramente per atti dove sono presenti intimidazioni a sfondo razziale.
Incitare all’odio verso queste persone non fa che alimentare la caccia allo straniero in maniera irresponsabile, e commentare fatti di cronaca con la lente dell’odio razziale ed etnico è sicuramente sbagliato.
Il razzismo produce solo danni.
La povertà e la diversità additate come colpa dai costruttori della paura fa precipitare la nostra società verso un crinale scivoloso e pericoloso: per questo invece al contrario una politica di integrazione aiuta la sicurezza.
Non è questa l’Italia, e non sono questi i valori identitari del nostro Paese, Quei valori, i nostri valori, sono custoditi dalla nostra Costituzione, quella che la CGIL continua a difendere e che vogliamo sia rispettata.
L’Italia democratica, solidale, responsabile, civile deve alzare la testa e, unita, contrastare con gli strumenti del dialogo, della cultura e della partecipazione ogni deriva e pulsione razzista, fascista, oscurantista ed autoritaria come ogni irresponsabile demagogia che fomenta paure, rancori, xenofobie.
Bisogna invece perseguire le condizioni per una reale e concreta integrazione sociale nel rispetto del nostro dettato costituzionale, perché la convivenza interculturale è possibile e va praticata.
Le migrazioni sono un fenomeno naturale e storicizzato e l’immigrazione è un fatto irreversibile, di cui bisogna analizzare cause e responsabilità, che coinvolge tutta l’Europa e non servono alzare muri e barriere perché ciò non risolve la situazione.
C’è stata una lunga scia ininterrotta di atti di violenza fascista e razzista negli ultimi tempi che ha messo in pericolo la sicurezza di tutti che deve essere garantita dallo Stato democratico.
Per questa ragione la Manifestazione unitaria di Roma del 24 febbraio prossimo deve essere forte e partecipata, ognuno di noi deve fare la propria parte, per riaffermare i sentimenti democratici ed antifascisti, il valore della Costituzione e la sua piena attuazione, e la trasmissione della memoria.
Siamo convinti come CGIL che oggi sia ancor più necessario proseguire con robuste iniziative sul piano sociale, culturale, politico ma anche sindacale per arginare questa inaccettabile deriva.
Un fronte coeso, unitario e non violento è la migliore e più adeguata risposta al riemergere della sottocultura fascista, razzista e xenofoba.
Tanti anni di crisi hanno sfilacciato il tessuto sociale, intaccato sino al punto di sgretolare la rete del welfare, ma soprattutto indebolito la coscienza delle persone e il risentimento oggi ha alleati potenti: i social, la tastiera del computer, internet.
Fascismi e razzismi hanno provocato nel 900 le più sconvolgenti tragedie della nostra storia.
Quindi MAI PIU’ come recita il documento che accompagna la manifestazione del 24 febbraio.