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"L'italia sono anch'io": parte la campagna sui diritti dei migranti. Obiettivo: una legge da portare all'attenzione del Parlamento
E' stata presentata nei giorni scorsi la campagna promossa da Cgil, Caritas, Arci, Acli, Libera e altri soggetti che punta ad una nuova legge sui diritti di cittadinanza dei migranti. Qui di seguito l'articolo apparso sul quotidiano Libertà a firma di Betty Paraboschi inerente la conferenza stampa di presentazione svolta a Piacenza.



Da Libertà del 23 settembre:

«L'Italia sono anch'io». A dirlo, nel nostro Paese, potrebbero essere oltre 4 milioni e mezzo di persone: a tanti ammontano infatti gli stranieri che dal 1° gennaio di quest'anno risultano residenti in Italia secondo l'Istat.
Ma a dirlo sono anche le associazioni che da ieri sono partite con la campagna per i diritti di cittadinanza "L'Italia sono anch'io" nata con il comune obiettivo di dare maggiore dignità ai migranti.
Per farlo, due sono gli obiettivi: garantire il diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia (e non come attualmente è sancito dalla legge 91/1992 secondo cui chi nasce da cittadini non italiani viene registrato come straniero all'anagrafe e tale resta fino a 18 anni) e introdurre il diritto di voto alle elezioni amministrative. Battaglia ardua? Sicuramente, ma dalla parte dei diritti alla cittadinanza sono in tanti: Acli, Arci, Asgi, Caritas, Centro Astalli, Cgil, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, Comitato 1° Marzo, Comune di Reggio Emilia, Coordinamento nazionale enti locali per la pace, Emmaus, Fcei, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, G2, SeiUgl, Tavola della pace, Terra del Fuoco e l'editore Carlo Feltrinelli.
È una rete quella che è nata con l'obiettivo di una raccolta firme che andrà avanti per sei mesi con l'obiettivo di arrivare a quota 50mila: solo allora si potranno presentare in Parlamento le due proposte di legge sui diritti di cittadinanza. Nel frattempo le varie sezioni provinciali delle associazioni hanno iniziato il passaparola: anche Piacenza non ha fatto eccezione e così ieri, nella sede di Caritas, si sono ritrovati il segretario della Cgil Piacenza Paolo Lanna, il responsabile di Caritas Migranti Francesco Millione, la referente di Libera Piacenza Antonella Liotti e Alessandro Fornasari di Arci.
«In un momento in cui di migranti si parla solo in merito ai fatti di Lampedusa, noi lanciamo una campagna che va nella direzione dell'accoglienza - ha spiegato Liotti -, parlare di cittadinanza da garantire ai minori oggi è un problema concreto che tocca tanti ragazzi che incontriamo nelle scuole. Da anni Piacenza è una delle province con maggiore presenza straniera sul suo territorio: l'immigrato non è il delinquente, ma la badante che aiuta in casa e il compagno di classe dei nostri figli».
Ecco allora che, come evidenziato da Lanna, «il compito della comunità è integrare: oggi ci sono delle barriere tali da far sentire tanti cittadini estranei e costretti a passare attraverso le forche caudine».
La campagna di raccolta firme, che sarà ufficialmente lanciata il 1° ottobre, va in questa direzione: da una parte garantire a chi risiede in Italia da 5 anni il diritto di partecipare alla vita amministrativa locale; dall'altra introdurre il principio dello "ius soli" per chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente presente e per i minori non nativi e che vanno a scuola, ossia di fatto garantire loro il diritto di cittadinanza italiana, oltre a ridurre da 10 a 5 anni il tempo necessario per richiedere la cittadinanza che dovrebbe essere proposta dai sindaci.
Betty Paraboschi