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Piacenza, la Cgil si mobilità. Il 28 maggio appuntamento in via San Giovanni. "Troppi i fronti aperti"



Sono tanti i fronti aperti nel mondo del lavoro che vedono la Cgil impegnata in prima fila a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori. Jobs act, pensioni, scuola e crisi economica fatta di cassa integrazione anche in settori che finora non erano stati colpiti sono le quattro punte di un iceberg che non accenna a sciogliersi.

Per questo la Cgil di Piacenza al termine del direttivo provinciale di oggi, mercoledì 20 maggio ha voluto lanciare una mobilitazione “che tenga insieme questi fronti, perché in ballo c'è il futuro del Paese e del nostro territorio e dobbiamo essere uniti contro chi vuole annichilire il dialogo, il confronto e in ultima istanza il mondo del lavoro” ha detto il segretario generale Cgil Piacenza Gianluca Zilocchi nel chiamare a raccolta tutti iscritti, simpatizzanti e chiunque voglia dire no alle politiche di un Governo che fa “della propaganda e della strumentalizzazione dei dati la sua arma del potere”.

L'appuntamento è per giovedì prossimo, 28 maggio in via San Giovanni sotto le finestre della sede territoriale del Governo alle 17,30. Un annuncio arrivato il 20 maggio non a caso. “Siamo nel giorno in cui, 45 anni fa, venne varato lo Statuto dei Lavoratori. Un giorno scelto non a caso per rilanciare con forza le azioni di protesta sul territorio della Cgil” ha premesso Zilocchi. “Dal direttivo è emersa una volontà di continuità di mobilitazione su 4 punti attorno ai quali chiediamo il coinvolgimento di tutti”.




JOBS ACT

“Siamo di fronte ad una operazione di propaganda, che sfrutta dati incompleti per celare il cuore di questo provvedimento: taglio netto ai diritti, all'articolo 18, si introduce il demansionamento e si torna al controllo a distanza dei lavoratori e non si sta creando nuova occupazione. Si sono dati molti quattrini per la de-contribuzione alle imprese, e si è registrato un cambio di tipologie contrattuali grazie agli sgravi. Ma non è così ce si creano nuovi posti di lavoro”. C'è un problema di interpretazione della realtà secondo Zilocchi, dovuta ai “dati strumentalmente divulgati in modo parziale dal Governo e dai commentatori”. “Solo i dati Istat del primo trimestre danno un quadro d'insieme – ha spiegato Zilocchi – e ci consegnano una disoccupazione passata dal 12,4 al 13%, con quella giovanile ancora in crescita. E quando si parla di nuovi posti di lavoro, Istat certifica che siamo di fronte a dei cambi di contratti che è ben altra cosa”.




PENSIONI

“I pensionati non staranno di certo a guardare, il Governo non rispetta la sentenza della suprema corte e delle azioni forti ci saranno, anche a Piacenza – ha premesso Zilocchi – l'inammissibilità del blocco alle pensioni decretata dalla corte Costituzionale conferma ciò che dicemmo allora: lavoratori e pensionati non sono il bancomat dei governi e oggi non accetteranno una restituzione di 15 euro al mese”




SCUOLA

“Si sta assistendo alla devastazione della scuola pubblica, al di là di qualche piccola modifica come quella sul 5xmille. Rischiamo di mandare i nostri figli in una scuola che promuove un modello di società sbagliato: c'è chi comanda, chi utilizza modalità di assunzioni che premieranno i fedeli al capo ed escluderanno i non allineati. Quando la scuola deve essere un luogo che, come prescrive la Costituzione, sia democratico e orizzontale che permetta di colmare le diseguaglianze. Invece andiamo nella direzione opposta”.




CRISI

“Assistiamo ad aziende che chiudono un giorno lasciando a casa i lavoratori, e aprono il giorno dopo con un altro nome; assistiamo a cambi di appalto non conformi. E in questo contesto, a Piacenza inizia a soffrire un settore come quello dell'oil and gas che fino ad ora non aveva risentito della crisi. Anche per questo chiediamo di venire a manifestare sotto al prefettura giovedì prossimo 28 maggio: a breve rischia di sparire uno strumento come la cassa in deroga per le industrie dell'artigianato, ossia piccole e medie aziende dell'indotto oil and gas. E in tutto questo, dobbiamo contrastare un modello di governo che non vuole il confronto su questi problemi, che qui in Cgil affrontiamo tutti i giorni”.