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Piacenza, sindacati scuola: "Riorganizzazione con molte ombre. Ma avanti con il confronto"

Piacenza, sindacati scuola: "Riorganizzazione con molte ombre. Ma avanti con il confronto"

Un documento “ben fatto, ricco, rigoroso basato sugli istituti comprensivi” a partire dal quale i sindacati della scuola unitariamente vogliono proseguire il percorso “per superare delle criticità che abbiamo segnalato all'assessora Giulia Piroli”. Nel documento uscito dal tavolo tecnico promosso dall'amministrazione comunale che punta ad una riorganizzazione del sistema scolastico provinciale alcune luci “ma molte ombre” commentano i sindacati.

“Non abbiamo un atteggiamento di chiusura di fronte alla possibilità di basare il sistema scolastico provinciale sugli istituti comprensivi, tutt'altro – hanno detto Flc Cgil, Cisl Scuola, Gilda e Snals in una conferenza stampa oggi, mercoledì 1 aprile, in Camera del Lavoro a Piacenza – ma ci sono di certo degli spazi di miglioramento e vanno praticati”.

A parlare a nome dei sindacati della scuola è stata Manuela Calza, segretaria Flc Cgil di Piacenza. “Siamo stati convocati dall'assessora Piroli per un confronto sul documento elaborato dal tavolo tecnico: si basa sugli istituti comprensivi che passerebbero da 9 a 8”. I punti critici segnalati sono, per sommi capi, i seguenti: in due circoli non sono state previste delle scuole secondarie di primo grado, mentre in altri due mancano le scuole per l'infanzia. “In questo modo – commentano i sindacati – si disconosce la pratica della continuità didattica, parliamo di verticalizzazione della didattica e non possiamo lasciare dei 'buchi' del genere”.

Ma probabilmente l'elemento più critico segnalato dai sindacati è “la diminuzione di 13 posti di lavoro, di cui 10 collaboratori scolastici”. I sindacati sono consapevoli che sul punto “l'attore principale in campo è il Miur, in un contesto in cui dal 2008 ad oggi gli organici sono stati falcidiati sul nostro territorio”.

Quindi la “linea” dei sindacati della scuola è proseguire il percorso di confronto avviato, ma soprattutto superare le criticità rilevate. E, non ultimo, superare i problemi di “equi-eterogeneità”. Ossia perseguire l'obiettivo di comporre classi – e quindi scuole – nelle quali si assista ad una eterogeneità rigorosamente equa per composizione, varietà di provenienze sociali, sessuali, religiose, culturali. Un obiettivo che il documento proposto dall'assessora Piroli, in alcuni casi, non centrerebbe ancora.