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Rientro della Fiom in Fiat, il commento del segretario generale Cgil Lanna e del segretario Fiom Bussacchini

Finalmente la FIOM è tornata in FIAT. O meglio: sono democrazia e costituzione ad essere rientrati per la porta principale e questo fatto dovrebbe essere salutato con soddisfazione da tutti; soprattutto da quei sindacalisti che si riempiono quotidianamente la bocca di partecipazione salvo poi accettare, come in questi anni di contrattazione separata in FIAT, il ricatto sui diritti e le condizioni contrattuali pur di restare interlocutori del manager di turno.

E’ in corso in FIAT una fase di ristrutturazione globale dai contorni ancora molto incerti al punto che, proprio in questi giorni, è addirittura in discussione la dislocazione della sede legale del gruppo. Ciò avviene nel pieno di una crisi mondiale del mercato dell’auto. Prudenza e ragionevolezza avrebbero dovuto consigliare a tutte le organizzazioni sindacali del settore il superamento degli accordi separati e la ripresa di un azione unitaria – senza aspettare il solenne richiamo della Corte Costituzionale - per chiamare i manager FIAT alla dovuta chiarezza sulle prospettive degli stabilimenti italiani e del posto di lavoro di tanti lavoratori .

Ma tant’è; finalmente ci siamo arrivati e ora si deve guardare avanti – per quanto è nelle nostre mani qui a Piacenza senza andare a cercare spunti di lite a Bologna o a Roma.

In questo senso, e in positivo, intendiamo sottolineare il nostro punto di vista e la nostra idea di relazioni industriali moderne e democratiche. Il congresso della CGIL sarà l’occasione delle decisioni strategiche e anche di un confronto aperto con gli altri interlocutori.

Per noi la contrattazione rappresenta l'essenza dell'identità della CGIL. Con gli accordi interconfederali sulle regole, la democrazia e la rappresentanza - e ora con quello attuativo - la contrattazione assume una nuova esigibilità e quindi una valenza strategica per la ripresa dell'unità sindacale fondata sulla partecipazione dei lavoratori. Siamo consapevoli delle luci e delle ombre dei singoli punti di compromesso raggiunti, ma siamo altrettanto orgogliosi di una svolta nella democrazia industriale che impedirà da oggi in poi - a Roma, ma anche Piacenza - a una minoranza sindacale di fare accordi separati con la controparte in barba al parere della maggioranza dei lavoratori interessati.

Altrettanto importante è il fatto che finalmente ogni sindacato sarà tenuto a certificare gli iscritti e che le RSU verranno elette con il criterio della rappresentanza proporzionale ai voti ottenuti superando le rendite di posizione di cui si sono avvalse fino ad oggi minoranze sindacali.
Tali accordi vanno quindi applicati ed estesi a tutte le controparti – cooperazione e logistica comprese - rappresentando una reale alternativa alla pratica degli accordi separati. In questa fase straordinaria di crisi e di cambiamento, l'esercizio, il rafforzamento e l'autonomia della contrattazione sono essenziali per ristabilire un nuovo e più efficace rapporto tra i diritti del lavoro e i diritti di cittadinanza.

Noi vogliamo rafforzare il valore di una contrattazione che sia veramente in grado di garantire il coinvolgimento e la partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche di impresa. Per non subire le decisioni di altri occorre avere contratti nazionali autorevoli e poi una contrattazione aziendale adeguata a riconquistare il controllo delle condizioni di lavoro e delle forme di lavoro impiegate dall’impresa.

In questa fase di crisi ancora profonda e di destrutturazione di tante aziende che utilizzano anche a Piacenza gli strumenti della delocalizzazione, dell’appalto di mano d’opera e tutti i lavori precari esistenti sul mercato, occorre promuovere una contrattazione di filiera e di area locale in grado di allargare la propria efficacia impedendo alcuni evidenti abusi e anche sperimentando piattaforme uniche in grado di coinvolgere veramente tutte le figure professionali e le categorie interessate.
E’ proprio alla luce di questi impegni che valutiamo positivamente il percorso svolto fino ad oggi con le nuove regole per la rappresentanza; consapevoli dei punti di forza e dei limiti di questo come di ogni compromesso. Occorre portare rispetto nei confronti di una discussione franca e trasparente su un passaggio così importante per il sindacato. Tutti i nostri interlocutori stiano tranquilli; la CGIL è una grande organizzazione che sa ancora discutere e poi decidere assieme ai lavoratori.

Ciò che è accaduto di recente in FIAT con l’alto richiamo della Corte Costituzionale e la discussione aperta in questi giorni sulle prospettive delle regole di rappresentanza e democrazia nel lavoro, forse possono rappresentare un punto di riferimento anche per il confronto più ampio, aperto nel paese, sul senso e sulle forme della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e alle decisioni sul futuro della nostra democrazia.


Ivo Bussacchini


Paolo Lanna