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Servizi pubblici e Terzo Settore
CRI Piacenza: comunicato Stampa Melissa Toscani Responsabile Funzioni Centrali FP CGIL PC
La privatizzazione della Croce Rossa è un evento contro il quale le organizzazioni sindacali si battono da tempo, sostenendo la necessità che un servizio così importante per i cittadini venga svolto da un ente pubblico, che non ha nei propri scopi il profitto, ma l’esclusivo benessere dei cittadini.
La Fp Cgil aveva già denunciato su queste pagine il rischio che avrebbe comportato per i cittadini il passaggio della Cri a ente privato.

Il processo di privatizzazione ha comunque proseguito la sua strada e dal primo gennaio i comitati provinciali della Croce Rossa sono effettivamente diventati soggetti privati, mentre i comitati regionali e il comitato centrale sono rimasti pubblici.

La legge di riorganizzazione nella sua stesura definitiva, anche grazie all’azione delle organizzazioni sindacali, ha previsto comunque determinati passaggi per evitare in primo luogo l’interruzione dei servizi ai cittadini, e anche per tutelare i lavoratori.

Certo, l’aiuto che può venire dal volontariato è prezioso, ma è impensabile che un servizio così importante come quello svolto dalla croce rossa possa reggersi esclusivamente sul volontariato. Per questo motivo ci siamo battuti affinché la situazione dei dipendenti fosse la più chiara possibile.

I termini per il mutamento di "status" dei lavoratori sono quelli attualmente previsti dalla legge:
Al momento i 9 dipendenti a tempo indeterminato sono in carico al comitato regionale, ma continuano a svolgere le loro funzioni a Piacenza.
La legge prevede che, in un secondo momento (la legge rimanda al primo gennaio 2015, non prevede scadenze a marzo), questi dipendenti verranno chiamati a scegliere se diventare dipendenti della Cri provinciale privata, se rimanere dipendenti della Cri regionale pubblica (e attualmente esiste un protocollo siglato a Roma tra la C.R.I. e le OO.SS. che prevede che comunque questi lavoratori potranno rimanere nei loro posti di lavoro, quindi nei comitati provinciali) o se chiedere il trasferimento presso altri enti pubblici.
Questa scelta, però, verrà richiesta ai dipendenti da parte della C.R.I. solo dopo che sarà stato definito il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro a cui aderiranno i Comitati locali privatizzati. Sicuramente la privatizzazione non è una strada che possa assicurare una Croce Rossa sempre più vicina al cittadino, dal momento che necessariamente i comitati locali dovranno fare quadrare i conti. Gli accordi già siglati tra la Cri nazionale e le OO.SS. vanno proprio nella direzione di tutelare i servizi ai cittadini oltre ai posti di lavoro: il fatto che i comitati regionali siano rimasti pubblici, e che i lavoratori potranno scegliere di rimanere alle dipendenze di questi, ma sul loro posto di lavoro dovrebbe (il condizionale è d’obbligo con gli attuali "chiari di luna") consentire la prosecuzione delle attività, cosa sulla quale continueremo a vigilare.

Per quanto riguarda invece i dipendenti a tempo determinato, questi potranno continuare a lavorare nei Comitati Locali fino alla scadenza delle convenzioni. La Fp Cgil, peraltro, insieme a Cisl e Uil, si sta battendo da tempo anche per porre termine alla precarietà dei tanti lavoratori pubblici che da tempo operano nelle diverse realtà dei servizi ai cittadini con la stessa professionalità dei colleghi a tempo indeterminato.