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Spending review e lavoro pubblico, altro che rivisitazione della spesa...solo tagli lineari e colpi di mannaia....
La cosiddetta spending review del governo Monti, 4,5 mld nel 2012, avrà inevitabilmente effetti devastanti sul tessuto sociale, economico e sul mondo del lavoro pubblico, con la conseguenza che il sistema dei servizi e dei diritti del nostro Paese, potrebbe uscirne profondamente modificato.

Dopo le “controriforme” delle pensioni, e del mercato del lavoro, si attacca frontalmente lo stato sociale colpendo ancora una volta il lavoro pubblico, imponendo misure indiscriminate e inefficaci che creano grave danno a lavoratori e cittadini, in perfetta continuità con le sciagurate politiche del precedente Governo.

Nel decreto non c’è alcuna selettività nei tagli, non si tengono in considerazione le specificità delle diverse amministrazioni, di quelle che hanno già subito riduzioni di personale o di quelle che sono sottoposte ai patti di stabilità o alle norme del patto per la salute.

Non c’è ombra di ricerca di maggiore efficienza, ma solo il rischio di una voragine nel sistema di welfare, che costringerà i cittadini ad una maggiore compartecipazione alla spesa (ticket) o a pagarsi privatamente prestazioni oggi invece garantite .

Non c’è nemmeno attenzione a chi già da tempo ha intrapreso percorsi virtuosi, che hanno consentito di salvaguardare i livelli di servizio pur a fronte dei tagli imposti dalle passate finanziarie.

Anche l'Emilia Romagna, da sempre considerata da tutti come una regione virtuosa, per stili di vita e la qualità dei suoi servizi erogati ai cittadini riconosciuta in tutta Europa, grazie alla “cura Monti” sarà costretta a fare i conti con queste vere e proprie “sforbiciate” decise dal governo.

nella nostra Regione:

Nella Sanità la soppressione di posti letto potrebbe da un lato comportare la perdita di molti posti di lavoro e dall’altro mettere a rischio il diritto alla salute costituzionalmente garantito.

Gli Enti Locali a causa dei mancati trasferimenti dallo Stato, che si aggiungono ai tagli delle precedenti manovre, rischiano di non poter più garantire i servizi ai cittadini, agli anziani e all’infanzia.

Anche nelle Funzioni Centrali i tagli lineari e gli accorpamenti degli uffici comporteranno una drastica riduzione degli organici con notevoli ulteriori disagi per i cittadini e per il sistema territoriale.

Tutto questo è irrazionale e inaccettabile in un Paese civile e democratico come il nostro, ma soprattutto in una regione come l'Emilia-Romagna, che per cultura e tradizione si è sempre ispirata alla coesione sociale come fattore di sviluppo e di emancipazione delle donne e degli uomini che vivono, lavorano e producono in questa terra.

Per questo CGIL, CISL e UIL del lavoro pubblico, a partire da MERCOLEDI’ 11 LUGLIO, sono nelle piazze e davanti agli ospedali della Provincia di Piacenza; per informare i cittadini e con l’auspicio che le Istituzioni Locali e le forze politiche sostengano questa prima iniziativa tesa a scongiurare scelte irrazionali e profondamente penalizzanti per le collettività locali.

E’ necessario mettere in campo tutte le energie per contrastare con la massima fermezza questa pericolosa deriva che il governo dei “tecnici” vuole ingiustamente imporre ai lavoratori, cittadini di questo Paese.

Questo decreto deve essere cambiato. I tagli agli organici devono essere dirottati sulle consulenze, sulle esternalizzazioni, sugli appalti poco trasparenti, sulle gestioni e i costi delle società partecipate, sugli ingiustificati costi della politica. Questa è la vera zavorra della spesa pubblica su cui invece il Governo ha mostrato troppo poco coraggio.