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Sindacato FP - CGIL
Servizi pubblici e Terzo Settore
Spending Review: in Piazza Vidoni, difendere servizi e lavoro pubblico da Roma a Madrid i lavoratori manifestano contro l'austerità -Comunicato stampa Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-Fpl, Uil-pa e Uil-Rua
Si è tenuta ieri la manifestazione unitaria delle categorie del lavoro pubblico di Cgil e Uil (Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-Fpl, Uil-pa e Uil-Rua) per dire no al dl 95 sulla cosiddetta spending review e chiedere al Governo Monti e al Parlamento profonde modiche del testo. La manifestazione è avvenuta in contemporanea con un'altra mobilitazione contro l'austerità, quella delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici spagnoli, anche loro alle prese con una manovra fatta di tagli e dagli effetti recessivi, segno che dalla crisi europea si può uscire solo salvaguardando un modello sociale che sappia tenere insieme solidarietà e crescita.

"Una mannaia contro i servizi pubblici - così Rossana Dettori, Domenico Pantaleo, Giovanni Torluccio, Benedetto Attili e Alberto Civica, rispettivamente Segretari Generali di Fp-Cgil, Flc-Cgil, Uil-Fpl, Uil-pa e Uil-Rua hanno definito il provvedimento - l'ennesima manovra fatta di tagli lineari operati ai danni del sistema sanitario nazionale, del sistema delle autonomie, di istruzione, università e ricerca, del sistema fiscale e del welfare, dei settori nevralgici della sicurezza e della giustizia, gli architravi della pubblica amministrazione che, con il pretesto di ristrutturare la spesa, viene di fatto svuotata ed esposta alla privatizzazione".

"Da Palazzo Vidoni partirà una mobilitazione generalizzata per chiedere l'apertura del confronto finora mancato. La spending review rischia di produrre risultati marginali dal punto di vista della tenuta dei conti ed effetti nefasti per gli italiani. Il Governo e il Ministro Patroni Griffi dovrebbero recuperare i contenuti dell'intesa sul lavoro pubblico firmata il 3 maggio - concludono i cinque segretari generali - e abbandonare questa ossessione della riduzione dello spazio pubblico che, tanto in Italia quanto nel resto d'Europa, produrrà solo maggiori diseguaglianze, alimentando la spirale recessiva".