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Emergenza Profughi, Bruno Carrà (Cgil Piacenza): "Si poteva trovare un’altra soluzione sin dal principio. Miope la scelta di concentrarli al Ferr Hotel"


AGGIORNAMENTO - IL COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE (In fondo alla pagina)






L’onda lunga dell’emergenza Nord Africa del 2010 e l’impellente emergenza abitativa che coinvolge una sempre più ampia platea di cittadine e cittadini (come denunciato dal Sunia-Cgil in una recente nota).
Sembrano essere questi i contorni del “caso” dei profughi e dei migranti che erano ospitati al Ferr Hotel. Sgomberati dalle forze dell’ordine su input della proprietà lunedì primo luglio, dal pomeriggio di martedì 2 sostano con le tende sotto i portici del Comune in piazza Cavalli. Tra loro, da quanto si apprende, ci sono dieci profughi che sin dal principio hanno fatto parte dell’accoglienza organizzata dalla Protezione Civile e dalle istituzioni locali (Regione e Comuni) per l’emergenza Nord Africa e una decina di migranti che hanno trovato riparo al Ferr Hotel dopo il 31 marzo, giorno dello “stop” al progetto di accoglienza.
“Sono dinamiche che si stanno verificando in diverse parti d’Italia – spiega Bruno Carrà, responsabile del Centro servizi Migranti della Camera del Lavoro-Cgil di Piacenza -. Sin dall’inizio, la cosa migliore da fare era dislocare le persone coinvolte nel progetto di accoglienza in tanti Comuni. Erano circa 150 le persone da aiutare e sono state dislocate quasi tutte a Piacenza e in Comune di Calendasco. La Cgil pensava che dislocare dieci persone in ogni Comune poteva essere più proficuo sia in termini di inserimento sociale e lavorativo, al netto della crisi economica che stiamo vivendo, invece la soluzione adottata di concentrare il problema al Ferr Hotel ha portato a questa situazione. Alla fine, la struttura è stata occupata e lì vi han trovato riparo marginalità presenti oggi a Piacenza e non solo”.